Alla scoperta della Mesopotamia

VIDEOLEZIONE CON L'ARCHEOLOGO FRANCESCO PREZIOSO Articolo di Christian e Marta 4^ C Anna Frank Martedì 24 Novembre 2020, abbiamo fatto una videolezione con l’archeologo Francesco Prezioso, che ha compiuto scavi a Ebla (Siria) e a Karkemish (Turchia). Ci ha spiegato che per diventare veri archeologi lo si deve volere fin da piccoli. Poi si deve prendere una facoltà, e infine dei professori in ⅘ anni fanno diventare gli studenti dei veri e propri archeologi. Anche se ancora alle prime armi come archeologi, questi ragazzi partecipano a una missione in un sito archeologico per capire come sarà il loro lavoro. Inoltre, ci ha detto che il lavoro dell'archeologo è un lavoro pratico e teorico. Ci ha spiegato che la Mesopotamia oggi è occupata da Iraq, Iran, un po’ dalla Turchia e dalla Siria (in guerra da diversi anni). Le civiltà mesopotamiche si svilupparono sulle rive del Tigri e dell’Eufrate. Erano terre molto fertili e qui avvenne la grande Rivoluzione Neolitica: una fase di cambiamento umano in cui l’uomo da nomade divenne sedentario (questa rivoluzione, però, non trasformò tutti gli uomini in sedentari, infatti ci sono uomini che, in Amazzonia, nel Centro dell’Africa e nel Sud Asia, vivono ancora oggi come i popoli antichi. Ci furono grandi civiltà ad Ebla (Siria), Karkemish (Turchia), Ninive e Nigli (Iraq). Inoltre, ci ha detto che in una squadra archeologica ci sono: - L'archeozoologo (che studia gli animali antichi) - Il restauratore ( che impedisce ai reperti di rompersi) - ll paleobotanico (che studia le piante antiche) - Il filologo (che studia la scrittura antica) - L’ antropologo ( che studia i resti umani) - Il fotografo ( che documenta ogni reperto) - Il topografo (che disegna la mappa) Le antiche civiltà sono rimaste sepolte sotto le Tell, delle colline circondate da pianure. Per trovare i reperti, oggi si utilizza il georadar, un radar che emette un suono particolare se le onde magnetiche si scontrano contro un reperto. Durante gli scavi, quando si deve smuovere molta terra, si utilizzano pala e piccone. Invece, quando si è vicino al reperto si utilizzano oggetti molto piccoli scavando con molta cautela; si utilizzano pure i droni, che servono a scattare foto dall'alto che fanno capire bene com'è il sito. Secondo noi questa esperienza è stata molto educativa e utile, perché le cose che ci ha detto Francesco non sono scritte in nessun libro! E le foto scattate da lui durante gli scavi sono state fantastiche.